È piuttosto usuale brindare intonando questo coro in Normandia.
Camembert non è solo una città, neppure solo un formaggio, per i francesi è un vero e proprio mito nazionale!
Peccato che con il solo termine Camembert si faccia riferimento a formaggi, (tanti…troppi) che hanno in comune qualche caratteristica: la crosta fiorita, la piccola pezzatura, l’umidità della pasta e poco altro. Persino la zona di produzione può spaziare da un continente all’altro senza vincolo alcuno.
Tutto legalizzato!
Eppure… Camembert non è un formaggio Dop?
Camembert non è una minuscola cittadina in Normandia, riferimento geografico per il più famoso ed imitato cacio del mondo?
Come è possibile che si possa usare per chiamare formaggi prodotti fuori dalla Normandia, addirittura fuori dalla Francia, perfino dall’Europa, utilizzando qualsivoglia latte e dimenticando completamente i gesti insegnati da Marie Harel?
Eh già, povera Marie Harel, lei che giace raffigurata in una statua di pietra tristemente decapitata nel paesino dove diede la vita al primo Camembert del mondo!
Lei che con sacrificio e dedizione non solo perfezionò la ricetta di un formaggio locale ma si preoccupò perfino di divulgare e diffondere le sue scoperte. In fondo era una contadina generosa Marie Harel ed è proprio grazie al suo grande animo buono che venne in possesso di informazioni utili per realizzare il Camembert.
La leggenda narra di un prete in fuga, scappava, nel 1792 in piena rivoluzione francese, dal linciaggio certo, dato che non intendeva giurare fedeltà alla neonata repubblica. Veniva da Briè e cercava rifugio nelle campagne normanne.
Marie Harel si offrì spontaneamente di ospitarlo e in cambio di vitto, alloggio e silenzio il prelato le parlò del formaggio della sua zona, in particolare dei segreti di quella crosta consistente e vellutata. Trovarono il modo, dopo molti tentativi, di replicarla sul formaggio locale che Marie Harel già produceva.
Piacque moltissimo, anche ai concorrenti, che non ci misero molto a scoprire le modifiche da attuare alla ricetta del formaggio.
Quindi iniziò a diffondersi, ma per conoscere la vera gloria il Camembert deve attendere il 1890 quando fu inventata la preziosa scatolina di legno, utile sia per il trasporto che per la conservazione. Lo sviluppo dei treni ed i trasporti in generale consentì al formaggio Camembert di percorrere molta strada, uscire dal paese, dai confini della nazione e raggiungere la popolarità!
Purtroppo questo sarà anche il momento in cui, approfittando della mancanza di leggi e legislature, alcuni contadini e casari, affascinati da questo sensazionale formaggio proveranno a replicarlo, appropriandosi anche del nome. Quando nei primi anni del 900 alcuni produttori di “vero” Camembert si riuniranno con l’intento di proteggere la denominazione, sarà già troppo tardi: la corte suprema non riscontrerà tipicità e il 20 gennaio del 1926 verrà ufficializzato il nome Camembert è generico e quindi di dominio pubblico.
Oggi se cerchi l’originale, il formaggio a cui tutti gli altri in commercio si sono ispirati, devi cercare Camembert de Normandie Aop (Appellation d'origine protégée… l’equivalente della nostra dop).
La scatolina di pioppo è un segno di riconoscibilità imprescindibile, anche questa però può essere emulata.
Come la crosta fiorita che profuma di fungo e sottobosco, bianca e candida all’inizio, che sfuma verso il giallo o l’arancione dopo lunga maturazione. Ciò che difficilmente può essere copiato e replicato è l’emozione suggerita dall’assaggio quando ti trovi al cospetto di un vero Camembert de Normandie Aop, quello fatto in uno dei cinque dipartimenti seminati tra alta e bassa Normandia, dove i pascoli sono bagnati da un vento umido che profuma di mare. Pascoli che hanno nutrito la vacca di razza Normanna "les vaches à lunettes" (per via dei loro caratteristici "occhiali" marroni), da cui si ottiene il latte che verrà lavorato crudo.
E una volta ottenuta la cagliata con l’aggiunta di caglio animale, i sapienti gesti lasciati in eredità da Marie Harel regaleranno un’altro tratto prezioso ed inconfondibile di questo formaggio: la struttura! A tratti soffice, cremosa, morbida o molle.
Frutto di una tecnica, consolidata e tipica, per l’estrazione della cagliata “moulé à la louche”, gesti lenti e pazienza ; mestolo dopo mestolo viene prelevata, fatta spurgare e poi aggiunto un altro mestolo..…e così via...
Caratteristiche queste che fanno del Camembert, il vero Camembert, come tradizione e storia vuole.
Io la sua storia te l’ho raccontata: oggettiva e reale, il cuore ora mettilo tu, per scegliere di quali formaggi nutrirti e con quali, invece, emozionarti.