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Robiola di Capra

12,00

Porzione da circa 300gr

mappa piemonte icona Capra

icona coltello lama stretta

Disponibile su prenotazione. Consegna in 7-10 giorni.

Descrizione

La Robiola di Roccaverano DOP è un formaggio a latte crudo di capra proveniente dal Piemonte, la cui produzione è regolamentata da un severo disciplinare. La stagionatura è minima e durante questo breve periodo cresce una buccia rugosa di muffe naturali sulla piccola forma che offre sentori di fungo fresco e leggero animale. Gli aromi si arricchiscono con il protrarsi della stagionatura e la struttura si fa via via sempre più cremosa a partire dal sottocrosta verso il centro pasta.

Identità

Latte di: Capra

Trattamento termico: latte crudo

Produzione: tutto l'anno

Famiglia: pasta cruda, crosta fiorita

Forma: cilindrica

Peso (forma intera): 300 gr circa

Territorio

Regione: Piemonte

Paese: Italia

Provincia: Asti

Sensoriale

Aspetto: crosta rugosa ma liscia e vellutata, color bianco uniforme

Struttura: pasta molle, deformabile, compatta

Odore: lattico fresco,leggermente acido di yogurt. vegetale di fungo e sottobosco.

Sapore: intensità medio elevata, dolce medio , salato medio, amaro assente acido basso. Solubilità media

Abbinamento Vino: Bollicina Cruase’ Stefanago

Abbinamento Birra: Pisner bionda e leggere in genere

Ordine degustazione: posizione centrale

Caratteristiche

Produzione

Prodotto con puro latte di capra crudo, a pasta cruda. La coagulazione è prevalentemente acida aiutata da qualche goccia di caglio. Stagionatura breve.

Stagionatura

Luogo di stagionatura: cella

Grado 1: dai 12 giorni

Grado 2: 40 giorni

Parametri

Composizione: latte capra italiano crudo , sale, caglio.

Allergeni: latte e proteine del latte

Coagulante: caglio

Energia kCal: 241 - Energia KJ: 1011 – Grassi gr 19.4 di cui saturi 14.1 - Carboidrati gr 1.4 - Proteine gr 13.8 - Sale gr 1.03

Un pò di storia...

Le origini della robiola di Roccaverano risalgono ai Celti che, stabilitisi in Liguria, iniziarono a produrre un formaggio simile al prodotto attuale. Della robiola di Roccaverano si fa, inoltre, menzione nelle cronache dell’anno 1000. Fu con l’avvento dei Romani che questo formaggio assunse il nome di rubeola, dal latino ruber, termine con cui veniva indicato il colore rossastro assunto dalla crosta al termine della stagionatura. Delle qualità di questo formaggio, e del suo processo produttivo, parlò anche Plinio il Vecchio nei suoi scritti.

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